ics

Scrivo una paginetta sul negozio per ricapitolare mentalmente e scrittamente (solito neologismo Bernardis) ciò che mi muove nella realizzazione di questo progetto. Ics é un ambiente nato ormai cinque anni fa e nel corso di questo periodo ha subito svariate evoluzioni ed assunto diverse forme. Il nome è stato partorito da una delle performance comunicative di mia mamma, sulla quale io e l’anima mia abbiamo riso per svariate settimane. Perciò, direi senza indugi che l’amore ed il significato che questo posto ha (ed avrà sempre) per me è la più importante delle ragioni che mi spingono a girare la chiave nella toppa la mattina. Il lato lovely, invero, è seguito a ruota libera dalla necessità di condividere un messaggio e dare un significato più profondo alla vendita degli articoli di cui dispongo. La sostenibilità, infatti, vuol essere il filo conduttore di tutta l’operazione. Principalmente si aspira a collaborare con aziende che hanno etica e valori solidali nella produzione e nel confezionamento dei loro articoli. Fra queste annovererei Mosca Clothing, un’azienda trevigiana baluardo del Made in Italy e dell’Ethical Fashion. Sempre sulla stessa scia, mi preme dare spazio a piccoli artigiani e produzioni di nicchia, artisti del nostro territorio che con le loro realizzazioni arricchiscono ed abbelliscono il mondo. In questa categoria non può che esserci Paola con i suoi meravigliosi accessori illustrati di cui sono follemente innamorata. Entrambe le realtà dispongono di siti Internet e profili social (che ho puntualmente linkato poc’anzi) esplicativi e dettagliati, nei quali ci si può immergere con facilità!

Vi dirò, inoltre, che il tormentone ambientalista non può realizzarsi senza una fornita parte di Second Hand. Giocare al recupero è un’altra questione che mi tocca profondamente. Che si tratti di mobilio, complementi o vestiti di seconda mano, credo fermamente che ridar vita a oggetti ingiustamente caduti in disuso sia cosa buona e giusta.

Come direbbe papà non si butta via niente!

Per finire un tocco di design ed irriverenza con le lampade e l’oggettistica di Seletti ed il gioco è fatto. O come direbbe Assoreta les jeux sont faits, rien ne va plus!

W la France!

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