Se siete a caccia d’arte ed esercizi di stimolazione sensoriale Villa Manin fa al caso vostro. Si dà il caso che all’interno delle ammalianti sale di questa strepitosa location, quest’autunno, vi siano collocate le installazioni dell’artista svizzero Zimoun:
“Il percorso si compone di nove grandi opere che occupano altrettante sale della villa e sono allo stesso tempo creazioni cinetiche e complessi strumenti sonori. Ognuna delle installazioni è composta da elementi modulari azionati da motori elettrici che producono suoni o ritmi ricorrenti. Le opere così realizzate sono in bilico fra creazione naturale e invenzione dell’ingegno, fra studio e caso, fra geometria e astrazione.”
Rubato il prologo, riporto qua di seguito una sequenza di diapositive delle sale che mi hanno colpito di più con una descrizione nella didascalia che riporta le associazioni mentali che ciascuna costruzione ha suscitato in me. Se avete intenzione di visitare la mostra vi consiglio di affrontare questo passaggio dopo, di modo che il mio sentire non possa fuorviare le vostre percezioni (spoiler alert!):



L’esperienza è stata super stimolante e piacevole, una maniera contemporanea di respirare l’arte. L’utilizzo dell’udito è un’opportunità per giocare con la mente e la creatività in modo alternativo rispetto alla più tradizionale (ma sempre fica) fruizione visiva di opere pittoriche. Sicuramente per me si è rivelata un’occasione speciale per passare alcune ore fra amici, confrontandosi e sfidandosi ad identificare i suoni ed associarvi la propria interpretazione.
Free Advise: portate i bambini e leggete il libro dei commenti. Ho pianto!

Last but not least trascrivo un piccolo paragrafetto di encomio ai Manin (o chi per loro). Trovo che sia estremamente semplice chiudersi nella regalità di un luogo, soprattutto quand’è così affascinate, potente e pregno di trascorsi. Invece, ben più complesso è andare oltre alla bellezza architettonica e al prestigio storico riuscendo a sfruttare il potenziale di un ambiente così ampio, poliedrico e curato per farlo sopravvivere all’evoluzione della specie e renderlo fruibile alle nuove generazioni.
Musica per le mie orecchie!