Serie sicuramente fuori dalla mia zona di conforto: troppe interiora esposte secondo il mio ipotalamo.
Invece no, guarda un po’, I’m in love! Premessa confutata! Inoltre, non paga, volendo spiegare questo risvolto positivo e inaspettato mi accingo a trascrivere una nuova definizione Treccani-Bernardis del fenomeno che i grandi pensatori del ventunesimo secolo definiranno un giorno (non molto lontano) “effetto Tarantino”.
Con la dicitura “effetto Tarantino” si indica un’inattesa reazione positiva alla visione di prodotti video decisamente splatter. Tale comportamento può essere catalogato come inusuale/straordinario vista la mia mancata simpatia per la visione di tutto ciò che normalmente si trova al disotto dell’epidermide.
Nella fattispecie, vista l’eccezionalità dell’evento, mi sono posta una serie di domande per scovare la ragione che mi ha spinto a superare la mia conclamata fobia e condotto al termine di tre strepitose stagioni.
Sarà forse il taglio comedy?
Saranno forse i dialoghi dinamici e pregni di ironia che sogno di avere nel mio quotidiano da quando ero un’embrione?
Sarà forse Drew Barrymore, attrice talentuosa che a quanto pare ho sempre inconsciamente amato?
Saranno forse le positive vibes di fondo che riescono a trasformare una cosa come l’essere uno zombie in una prospettiva di “vita” desiderabile? (l’ultima volta che ho sperato di tramutarmi in un mostro assassino correva l’anno 2011 e io volevo essere la versione vampiro di Bella Swan, c’è anche un post facebook che può dimostrarlo)
Sarà forse la testa parlante di Gary?

La risposta a tutte queste domande è si. Questo capolavoro netfixiano passerà alla storia. Irriverente, motivante, accattivante. Il caso è chiuso.
P.s. una parte di me vorrebbe terribilmente la quarta stagione, l’altra no. Voi che team siete? Baci stellari.