Crudo o Cotto?

Quest’anno le ferie autunnali cominciano bene. Le Tre Grazie in viaggio verso il nord alla scoperta di Austria, Germania e Danimarca. La prima tappa del freschissimo KulTour “in viaggio verso Copenaghe” è l’affascinate, accogliente e suggestiva capitale ceca: Praga (capita la battuta del prosciutto?). Il viaggio on the road regala già dagli albori panorami inestimabili che tentiamo inutilmente di catturare con la fotocamera dell’iPhone (Boomer livello 10). Lungo il tragitto italo-ceco saltano all’occhio due fattori dominanti: la natura incontrastata e sovrana nei suoi caldi colori autunnali e la passione smodata dei cechi nei confronti della Škoda, anche questa incontrastata e sovrana. Di entrambe le cose non esistono diapositive degne.

Giunti nella capitale verso sera, dopo svariate ore passate in auto e qualcuna nel traffico denso, una volta poggiate le valige nel nostro pied-à-terre, parte il trenino notturno alla ricerca dei principali punti d’interesse del centro cittadino. La Staré Město si trova ad un estremità dell’imperdibile Ponte Carlo e raccoglie in pochi chilometri bellezza architettonica, negozi acchiappaturisti, scorci mozzafiato, profumi di cannella e dolciumi.

Praha by night

Per me Praga potrebbe anche finire qua. Le vibrazioni della Città Vecchia valgono da sole il viaggio. Tuttavia, per non sembrare più pigra di quella che sono farò un breve elenco dei visitabili della city:

  • La Casa Danzante e il suo rooftop notevole.
  • L’Orologio Astronomico, iconico.
  • Il Castello e la Cattedrale di San Vito, uno racchiude l’altra, effetto Matrioska.
  • Il Tram. La Linea 22 affronta impervia le vie del centro al costo di poco più di un euro. Must do!

In ultimo, casualità ha voluto che nelle due giornate scarse che abbiamo trascorso a Praga vi fossero delle esposizioni molto accattivanti. Fra le varie noi abbiamo scelto Dalì e Mucha. Indovinate quale dei due si è rivelata una chiavica?

Scherzi a parte, a meno che non vi piacciano le etichette o siate fan sfegatati di Alfons, mi sa che Wharol valeva la pena un pelo in più.

Comunque, buona la prima!

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