La seconda tappa (non cronologica) del KulTour “in viaggio verso Copenaghe” racchiude tutte le città teutoniche checkate durante la nostra scampagnata novembrina. Le elencherò qua di seguito in ordine sparso e assegnerò a ciascuna una valutazione onesta, compresa in una scala da uno a mecowjoni.
Berlino: poco tempo. Un giorno e mezzo è un’inezia per visitare una città così complessa in modo soddisfacente. La gita si è sviluppata come una mezza-maratona fra i siti d’interesse più acclamati della capitale tedesca. Perciò, a ritmo di marcia abbiamo raggiunto il Reichstag, la Porta Di Brandeburgo, Alexanderplatz e il Muro di Berlino. Fra queste mete rinomate ha toccato maggiormente il mio animo sensibil/artistico la versione riqualificata dell’antico divisorio in cemento armato che fino al 1989 separava Berlino Est da Berlino Ovest. Alcune parti della vecchia cortina di ferro sono state conservate e sfruttate per dare vita all’East Side Gallery, una vera e propria galleria a cielo aperto che si estende per più di un chilometro e sfoggia una sequenza di graffiti mozzafiato, espressione del tumulto emozionale e culturale derivante da un avvenimento storico dalla portata epocale come la caduta del muro.
Rating: Mecowjoni!

Amburgo: si poteva dare di più. Finiamo nella ridente patria degli hamburger un lunedì, di rientro dalla Danimarca, dopo aver macinato svariate migliaia di chilometri in auto/traghetto/bus. Fresche come rose, insomma. La città si offre da subito spentina: probabilmente l’inizio della settimana non piace nemmeno alle popolazioni del nord. Senza troppo sentimentalismo diamo un’occhiata principale alle vie del centro, ci fermiamo a mangiare una deliziosa polpetta di carne condita in un posto fusion tedesc-asiatico vicino Levantehaus, ci offendiamo perché non ci fanno entrare a visitare un’interessantissima esposizione fotografica al Deichtorhallen (becoz “it’s monday” CIT) e ripieghiamo umilmente nelle nostre stanze. Unica nota veramente positiva della tappa, il cinema Savoy Filmtheater, che ci regala delle grandi emozioni sia attraverso l’itinerario percorso per raggiungere la sala di proiezione (ironia: quartiere not really that safe) che nella sala stessa (verità: poltronissime, super acustica, lingua originale, good vibes).
Rating complessivo: ‘nsomma. Zero a zero, palla al centro.

Problemi logistici diffusi invece per Leipzig e München. Belle loro, ma noi troppo stanche. Ciononostante rientrano ovviamente nell’elenco delle mete raggiunte e spuntate.
Rating: very good sulla fiducia.