Quando mi sono avventurata per la prima volta su Netson, qualche tempo fa, l’ho fatto con il preciso intento di condividere a cuore aperto quelle che avrei reputato le più significative esperienze enogastronomiche della mia vita. In parole povere volevo rendere pubbliche le mie più proficue giornate al ristorante (o al bar).
Credo che mangiare e godersi il piacere della buona tavola sia una forma d’intrattenimento impareggiabile!
Tuttavia, ultimamente, la squisita e quasi assoluta assenza di vita mondana e l’ormai affiatato rapporto coltivato con cibi precotti e confezionati mi costringono a sfogare il mio estro scribacchino in altre forme. Non ritenendo fruttuoso, infatti, intrattenermi nell’analisi nutrizionale della Zuppa del Contadino oppure degli immancabili salvacena Saikebon mi ritrovo a scrivere una di quelle pagine un più meditabonde.

L’argomento in tavola oggi è il MATRIMONIO.
Cazzo, l’altro ieri stavo al Mokambo con una caraffa di americano in mano (la cosa più lontana da un americano che io abbia mai bevuto) e ora, a soli vent’anni o poco più, in mano stringo una partecipazione.
Fatemi riassumere la situazione attuale in un paio di righe e qualche hashtag:
Federica, ventinove anni, impiego inclassificabile, gatto. Le amiche di una vita, sposate, gravide, gia madri. #orologiobiologico #unafamigliaquando #c'haitrentanni
La verità, nonostante sia una fan sfegatata di confortevoli luoghi comuni e sentimenti generazionali condivisi con sarcasmo, è che l’unica cosa che provo guardando queste meravigliose persone, che mi sono state a fianco una vita o poco meno, costruirsi un futuro roseo e promettente è un reale e profondo sentimento di gioia infinita.
Evviva gli sposi!