Waikiki chi?

Sotto l’influenza di Alessandro Borghese scrivo quattro paroline quattro sull’esperienza al Waikiki Resort di Zanzibar.

LOCATION: 10

 


No comment needed.

Forse due rifiniture alle stanze non guasterebbero, ma non facciamo i pignoli!

MENÙ: 6,5

Una volta provate le brezza della cucina di Rosella in Tanzania (Zaituni Safaris) non v’è paragone che regga. Sorry Guys!

Comunque sufficienza piena: menù con caratteristiche tipicamente occidentali, piatti sufficientemente ben eseguiti, prodotti selezionati con astuzia. Voto 10 al cestino del pane gratuito con grissini e focacce autoprodotte. Spaziale. Buona anche la pizza. Abbastanza curata anche la parte del beverage, anche se due jigger in più forse aiuterebbero l’equilibrio del pezzo. Carico carico!

SERVIZIO: 6,5

Staff Hakuna Matata. Senza dubbio presenti, forse un tantinello troppo. Pressing su tutti i fronti. Camerieri, guide, venditori ambulanti inseminabili. Tutti dotati di favella poli-etnica, capaci di parlare no stop per settimane senza necessità di carica. Amazon echo e Siri scansateve! Doverosa menzione a Giacomino, vucumprà da spiaggia navigato, abile conoscitore di tutte le lingue parlate al mondo (dialetti inclusi), sistemanto in pianta stabile di fronte alla zona ombrelloni, ormai parte integrante dell’arredo del resort, padre di infinite generazioni di venditori di sigarette e tavolette ecatombali. Risata garantita. Un must!

CONTO: 7,5

Tutto sommato un buon rapporto qualità prezzo. Soprattutto perché sito in zona particolarmente turistica, in cui solitamente si è più propensi a speculazioni.Onesti!

Nota di merito finali per i festini del venerdì sera. Acrobati, mangia fuoco, instancabili cubiste e pioggia di gin tonic. Tappa obbligata per gli amanti del party hard. Danza Kuduro Hot Summer Playlist 2010 degna di menzione. Balli di gruppo e risate assicurate.
Bravi ragazzi!

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