Tell Me Why?

Una volta vissute le brezza dell vita mondana e turistica del nord di Zanzibar quattro giorni nei lodge della Why ONG nun te li toglie nessuno!

Non mi soffermerò a snocciolare informazioni sugli scopi benefici dell’associazione perché c’è un sito ben articolato pronto a fugare ogni dubbio a riguardo. Spenderò invece qualche riga per imprimere più nitidamente nella mia memoria il ricordo di quest’esperienza che definirò affascinate e poco convenzionale. 

Sicuramente la struttura (sita a Jambiani) in cui ci accolgono Francesca e Gualtiero è degna di nota. In stile, pulita e confortevole. 

Solita noiosa vista sul mare. 

N.B. zona soggetta alle maree (alle volte pareva di stare a Grado Spiaggia Nuova). Speciale!

La cucina è prevalentemente locale. Vengono offerti una serie di accattivanti piatti tipici della tradizione zanzibarina, insaporiti con ogni declinazione cocco (latte di cocco, pezzi di cocco, scaglie di cocco, farina di cocco, cocco bello) e parecchie spezie: cumino, coriandolo, pepe, curcuma, tre tipologie di curry, and so on. La cannella poi è come il coriandolo per i marocchini, un must. Ma di questo parleremo in separata sede. Il bar offre poi una selezione di succhi freschi caleidoscopici e deliziosi. Impossibile schivare la frutta: onnipresente e succulenta (mamma che mango). Regina indiscussa (dopo la cannella).

I ragazzi offrono anche un’intrigante selezione di gitarelle: oltre alle più commerciali escursioni fra delfini, coralli e pesci permette a noi borghesotti europei di interfacciarci con scorci di vera vita locale. Nella fattispecie una ricca cena autoctona (cucinata e consumata in un’abitazione del villaggio, casa di Zuma per la precisione) e un’interessantissima visita ad alcune delle scuole per l’infanzia costruite e amministrare da Why. Un bagno di cultura e tradizioni, una vorace scorpacciata dell’essenza più wild di Zanzibar.

Consigliatissimo!

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