Ci son due coccodrilli ed un orango tango, due piccoli serpenti e un’aquila reale, il gatto, il topo, l’elefante: non manca più nessuno; solo non si vedono i due liocorni.
La curiosità, che bella cosa. Visceralmente insita nell’essere vivente. Da bimbi mettiamo la mano sui fornelli per sentire se scotta, da adulti ci piazziamo comodi su un Toyota Stocazzo (licenza poetica dell’ignorante) nel verdeggiante parco naturale di Selous (Tanzania) e ci sistemiamo a tre metri da un leone.
Scrupolosamente attrezzati con i pantaloni tecnici, binocolo e fotocamere con prolungamenti fallici ci piazziamo lì, a tre metri. Non basta: rombanti fuoristrada, gridolini eccitati, piogge di flash degne dei più fastidiosi paparazzi, gambozze succulenti a portata di fauci e così via.
ISTIGAZIONE A DELINQUERE.
Fortunatamente il nostro amico di cui sopra, il re della savana, ci ignora. Anzi, regalmente se ne fotte. Oltre a non essere evidentemente abbastanza appetitosi non siamo nemmeno vagamente interessanti. Gli basterebbero una presa di sale e due dita d’olio per ruggire il pranzo e servito ma lui, per fortuna ha di meglio da fare. Dorme, si stiracchia, fa la pipì, dorme ancora. Il felino più feroce al mondo è talmente annoiato dal pomeriggio lento e afoso che, infischiandosene nuovamente della nostra ingombrate presenza (quattro macchine di curiosi imbecilli) decide pure di dedicarsi all’accoppiamento.
Parentesi porno a parte, la domanda che sorge spontanea è: cosa ti spinge a farti una quindicina di ore fra voli e scali, quattro di fuoristrada su terreno sterrato, una dose massiccia di anti zanzare (spray, braccialetti, quaquaraqua) per piazzarti a tre metri di distanza da uno che gode della fama di predatore più feroce della savana? Non sarebbe stato forse più semplice fare una rapida chiamata a Jack Lo Squartatore per proporgli caffè e pasticcini?
La verità è che non lo so. Non so rispondere a questa domanda.
Posso, però, senza dubbio dire che un’esperienza così ti fa sentire tremendamente vivo, in piena connessione con la natura. Ti riporta alle cose semplici, alla terra, al sole, agli animali. Ti regala momenti di inestimabile pace. Ti permette, oltretutto, di osservare la beata convivenza fra esseri viventi, di ragionare sui principi che permettono a queste creature di vivere in un ecosistema sicuramente più lineare del nostro. Più sincero, più onesto. Più essenziale.
Poi, sofismi a parte, ci sono anche i coccodrilli, gli elefanti, le zebre e, ciliegina sulla torta, le giraffe.
Nota bene: fior fior di influencer hanno imparato da loro le più sofisticate tecniche di fotogenia.
#nofilter
Detto ciò, il mio consiglio per un Safari sicuro e appassionante nella splendida Tanzania è Zaituni Safaris. Persone di cuore. Con tanta voglia di rendere questo bel pezzo d’Africa fruibile anche a noi occidentali scassaminchia.
P.S. se magna sai ben! Materie prime a metro zero, sapori genuini, ricerca e cura. Musica per stomaci affamati!


